Sentiamo spesso parlare di assicurazione professionale (o RC Professionale) sopratutto a seguito di recenti novità normative.
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Ma di cosa si tratta esattamente? E poi, siamo sicuri che il settore assicurativo sia veramente pronto a rispondere a questi cambiamenti?
Ordine professionale
“Per ordine professionale si intende una istituzione di autogoverno di una professione riconosciuta dall’art. 1, D.lgs.lgt. 382/1944 (Corte Cost. 284/86), avente il fine di garantire la qualità delle attività svolte dai professionisti; ad essa lo Stato affida il compito di tenere aggiornato l’albo e svolgere le funzioni disciplinari tutelando la professionalità della categoria.”
Quella che avete appena letto è la definizione di “ordine professionale” secondo Wikipedia.
Iniziamo questo articolo partendo da una riflessione per sottolineare alcuni aspetti:
1°) il concetto di ordine professionale fa riferimento a un decreto datato ormai 73 anni;
2°) la vigilanza e le funzioni disciplinari degli ordini sono state a più riprese smentite nel corso dei decenni da scandali più o meno gravi, quindi c’è seriamente da porsi il dubbio sulla loro effettiva efficacia;
3°) sembra quindi che tutte le attività professionali non rientranti sotto l’ombrello di un “ordine” siano relegate ad in un limbo nel quale nessuno viene incaricato di vigilarle. Ergo, esistono professioni di serie A e professioni si serie B?
Partiamo proprio da quest’ultima considerazione per riflettere sul come e il perché, tutt’oggi, molte compagnie assicurative ragionino in termini di “ordine professionale” per valutare la possibilità o meno di assicurare un professionista per la sua responsabilità civile professionale (cosiddetta RCP o RC Professionale).
Al di là del D.Lgs. n. 138 del 13 agosto 2011 (che da agosto 2013 prevede che l’assicurazione di Responsabilità Civile Professionale sia obbligatoria per i professionisti iscritti ad un albo) il settore assicurativo deve imparare a muoversi al di là di quelli che sono gli obblighi introdotti dal legislatore, altrimenti rimarrà relegato ad essere un inseguitore e a lavorare per emergenze invece di essere un leader e lavorare con visione prospettica.
Il settore assicurativo fatica a comprendere che il mondo del lavoro è evoluto e che ragionare ancora in termini di “ordine” e di categorie professionali pre-confezionate è un forte limite sia oggettivo – perché non dimostra una reale comprensione del mercato e un risk assessment pragmatico basato su dati di mercato che aiuterebbero per la legge dei grandi numeri a mitigare il rischio – che soggettivo – perché limita l’area d’azione delle compagnie relegandole a aree di mercato già mature e fortemente competitive, riducendo l’espansione del business.
Immaginatevi la scena, un cliente entra in un’agenzia assicurativa:
– Buongiorno, vorrei un preventivo per la mia assicurazione professionale.
L’agente risponde – Certamente, di quale ordine professionale fa parte?
– Ehm… nessuno.
– Come nessuno? Allora non posso assicurarla. Scusi ma lei che mestiere fa?
– Sono un web developer. – L’agente lo guarda interdetto. – Si insomma, faccio siti internet.
– Aia… peccato.
– In che senso?
– No è che purtroppo la sua è una professione non riconosciuta.
– Ma come non riconosciuta? Ho una partita IVA da 3 anni, pago regolarmente le tasse, oggi fatturo 70 mila euro l’anno e oltretutto sul territorio italiano ci sono altre decine di migliaia di colleghi che svolgono il mio stesso lavoro…
– Già, ma non avete un ordine professionale.
– Scusi? Ma quindi come faccio ad assicurarmi…
– Suvvia… lasci perdere. E poi scusi, contro cosa vorrebbe mai assicurarsi? Che errore potrebbe mai commettere lei nel suo lavoro? Alla fine quelle cose lì, i siti, sono cose di comunicazione, di grafica, mica parliamo di danni seri…
– Beh, diciamo che se la società di e-commerce per la quale ho costruito il sito dovesse accorgersi che per 48 ore gli ordini ricevuti non sono mai stati inoltrati correttamente al server potrei avere qualche problemino…
– Senta, ma invece, lei che è libero professionista, che ne dice di fare una bella polizza infortuni eh?
– Beh si, potrei pensarci, però io adesso…
– Oppure una bella polizza incendio sul suo ufficio, eh? Avrà una sede, no?
– Non metto in dubbio che possa essere una cosa utile, ma vede io ero prioritariamente interessato a…
– Lo so, lo so, ma non ho davvero soluzioni. Non rientra nei criteri assuntivi della compagnia, mi spiace.
– Nei cosa…? Va beh, non importa, grazie comunque, arrivederci.
Potrà anche far sorridere, eppure la situazione è proprio questa.
Assicurazione professionale e lavori innovativi: un connubio impossibile?
Le compagnie assicurative sembrano vivere ancora in un pianeta fermo al pre-new economy. Ma durerà poco.
E se i numeri dimostrano che in Italia esistono circa 3,6 milioni di “lavoratori autonomi” (il valore più alto dell’Eurozona) con professioni dalle più classiche alle più innovative, viene da chiedersi come mai le compagnie assicurative non riflettano a modelli innovativi che escano dagli schemi classici per “accaparrarsi” questa bella fetta di mercato (tra l’altro blue ocean dato che nessun player è ancora entrato in quest’area).
Perché? Beh, ad ascoltare le compagnie le ragioni sono diverse, ma dopo aver fatto un po’ di scouting possiamo riassumervele in due: la prima è la dimensione delle compagnia, che genera una “rigidità” nei processi decisionali tale da ingessare la maggior parte delle iniziative o idee innovative, la seconda è la paura del rischio (che detto da una compagnia assicurativa fa quasi ridere) che si porta dietro l’aberrante affermazione del “non è mai stato fatto” e quindi non esistono statistiche sulla sinistrosità di queste professioni.
Che è come dire “non lanciamo quel prodotto perché nessuno lo ha mai fatto prima e non sappiamo se ne venderemo” (Steve Jobs si sta rigirando nella tomba).
Come risponde il settore all’armata di freelance, digital strategists, copywriters, video games developers, social media managers ecc. che costituiscono ormai una fetta dell’Italia che produce?
A questo punto è molto più probabile che un newcomer, stravolgendo i criteri assuntivi e i ragionamenti classici, si accaparri questa fetta di mercato prima di un colosso qualsiasi.
Uomo avvisato…