L’ assicurazione è storicamente nata (quando ancora non si chiamava così) con i primi modelli di collaborazione e aiuto tra le persone chiamati “società di mutuo soccorso”. Ma a cosa serviva?

L’assicurazione serviva a cercare aiuto nella capacità organizzativa e patrimoniale di altre persone in caso di evento nefasto, capacità che da soli non saremmo stati in grado di sostenere (o se sì, con notevoli e maggiori sforzi).

Un esempio per spiegare la nascita dell’ assicurazione

Pensiamo alle prime società di mutuo soccorso di pescatori. In caso di naufragio di una delle barche dei pescatori del villaggio, la popolazione si sarebbe impegnata (durante un giorno festivo o in orari non lavorativi) per aiutarlo a ricostruire la propria imbarcazione. Chi avrebbe portato le assi di legno, chi avrebbe portato i chiodi, chi ancora avrebbe dato il suo contributo con la manodopera non avendo oggetti fisici a disposizione.

L’obiettivo era aiutare il pescatore a rimettersi in sesto nel più breve tempo possibile per permettergli di tornare a pescare, e così sfamare la propria famiglia.

Senza l’aiuto della mutualità dei compaesani, alla famiglia del pescatore sarebbe presto mancato cibo e reddito. La moglie del pescatore non avrebbe più potuto comprare il pane dal fornaio, né richiesto al calzolaio di riparare le scarpe del marito e così via, prima di cadere completamente in disgrazia. Quindi, una parte dell’economia del villaggio sarebbe stata compromessa senza la solidarietà del mutuo soccorso.

La collettività contribuiva dunque con il proprio sforzo a “mettere una pezza” su un evento che avrebbe potuto portare, senza l’intervento di nessuno, a conseguenze anche peggiori.

Questo modello ha funzionato così bene che negli anni è cresciuto sempre più, fino a giungere alle grandi compagnie assicurative che conosciamo oggi.

Da qui comprendiamo tuttavia come le assicurazioni abbiano la vocazione di intervenire laddove avvenga un danno grave, e non per un danno qualsiasi, anche il più lieve.

Insomma: le assicurazioni servono per trovare aiuto o sostegno nella capacità organizzativa e patrimoniale altrui in caso di evento nefasto, capacità che da soli non saremmo in grado di sostenere.

La realtà di tutti i giorni

Ora, confrontiamo quanto abbiamo scritto con ciò che avviene nella realtà di tutti i giorni.

Se è vero che l’assicurazione serve per coprire i danni gravi, allora non dovremmo preoccuparcene, che so, per qualche graffietto sull’autovettura.

È invece molto più importante assicurare l’auto per la responsabilità civile (alias danni a terzi) perché nel caso in cui investissimo un pedone ci troveremmo a dover esborsare somme ingenti, anziché assicurarsi contro i cosiddetti atti vandalici alla carrozzeria. In Italia, invece, facciamo spesso fatica a comprendere questa dicotomia. Grandi amanti dell’auto, siamo disposti a spendere cifre elevate per assicurare il nostro tesoro a quattro ruote dai danni estetici e poco ci curiamo del prossimo.

È il motivo per cui è dovuto intervenire il legislatore, nel 1969, introducendo l’obbligo di assicurazione RCA per tutti i proprietari di veicoli a motore. Se hai un autoveicolo sei responsabile dei danni che può causare e ti devi assicurare, punto e basta.

Tuttavia, interpretiamo ancora la RCA come una tassa, la subiamo come se fosse una costrizione, anziché vederla come una cosa ovvia. Pensiamoci bene, nel 1968, anno in cui era ancora facoltativo, c’era gente che saliva in macchina, girava la chiave dell’accensione e usciva dal proprio garage senza alcuna copertura, circolando per la città come una bomba a orologeria.

E, nonostante l’obbligo e nonostante sia ormai il ventunesimo secolo, ci sono ancora numerose automobilisti che lo fanno.

Forse per questa mancanza di cultura ed educazione l’italiano medio non è interessato a valutare coperture per beni dal valore ben più importante (quali la casa o la nostra stessa famiglia). Coperture che tra l’altro avrebbero un costo di polizza decisamente inferiore a quello dell’autovettura.

È proprio lì il problema. Dato che “ci obbligano” a fare la RCA, bene o male tutti gli italiani conoscono questo tipo di assicurazione e si convincono che tutte le polizze hanno un costo simile. Ma così non è.

A che cosa serve l'assicurazione? 2
A che cosa serve l’assicurazione? 2

Una storiella

Per spiegarvi il perché prendiamo Luigi.

Luigi è un ragazzo di 30 anni. Si è appena sposato, è proprietario di una Fiat Punto e sta per accendere il mutuo per l’acquisto della sua prima casa. Lui è abituato a pagare l’assicurazione della sua Punto, che completa di RCA, furto, atti vandalici e eventi atmosferici si aggira intorno ai 1.000€ l’anno.

Quello che Luigi non sa è che per assicurare la sua casa, del valore di 200.000€, contro i danni più gravi quali l’incendio o gli eventi atmosferici (che potrebbero rovinargli la vita decisamente più di un graffietto sulla sua Punto) spenderebbe circa 100€ l’anno.

Analogamente Luigi non sa che per stipulare una polizza vita della dura di 20 anni che riconoscerebbe a sua moglie 200.000€ in caso di sua morte potrebbe spender circa 200€/anno.

Riepiloghiamo quanto detto sull’ assicurazione

Ricapitoliamo:

  1. 1.000€ per assicurare una Punto che varrà sì e no 10.000€
  2. 100€ per assicurare la propria casa che vale 200.000€
  3. 190€ per garantire la tranquillità economica a sua moglie in caso di premorienza con un riconoscimento di 200.000€

Ora immaginate di essere un extraterrestre che giunge sulla terra per la prima volta e vengono presentati questi scenari: quale delle tre soluzioni vi sembrano essere le più urgenti (e peraltro pure le migliori per rapporto tra valore dell’oggetto assicurato e spesa)?

E invece quali sono quelle per cui si assicurano la maggior parte degli italiani?

La risposta è molto semplice in entrambi i casi e, pur restando fondamentale l’RC Auto, purtroppo da sola non basta a proteggere la vita delle persone fino in fondo.

Ma quindi: a cosa serve l’assicurazione?

Torniamo alla domanda iniziale di questo articolo.

Le assicurazioni servono per trovare aiuto o sostegno nella capacità organizzativa e patrimoniale altrui in caso di evento nefasto, capacità che da soli non saremmo in grado di sostenere.

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