Prima di cominciare: se vi state chiedendo perché in un post sulla Responsabilità Civile c’è un’immagine di funghi in copertina, troverete la risposta solo leggendo…

Vi abbiamo parlato di RC professionale e nuove professioni in questo post, vi abbiamo parlato di RC auto e della contraddizione tra quel tipo di assicurazione, spesso considerata come una tassa, e il valore della protezione come scelta.

Excursus educativo sulle RC

Proseguiamo allora in una specie di excursus “educativo” sulla possibilità di adottare un diverso punto di vista sulle assicurazioni, un nuovo punto di osservazione. Come dice il saggio: solo dalla cima della piramide si vedono gli altri lati.

Quando si parla di assicurazioni, la prima o la seconda cosa che viene in mente (non negarlo, lo stai facendo anche tu ci scommetto) è che sono costose. Ci assillano frasi di questo genere:

“Per carità le assicurazioni costano troppo io non le faccio…”
“Ma perché le assicurazioni sono così care?”
“No ma il mio assicuratore mi ha fatto un preventivo esorbitante”

Questo problema è spesso collegato al fatto che associamo la parola “assicurazione” all’argomento “polizza auto”, perché è obbligatoria per legge e quindi più o meno tutti (se non noi, amici o parenti stretti) hanno avuto un’esperienza in tal senso e sanno quanto costa (ma di questo abbiamo già parlato qui).

Parliamo di RC medica

Quello del costo delle assicurazioni, però, è un mito da sfatare, o meglio, che necessita di alcune precisazioni.

Parliamo di RC medica e responsabilità sanitaria, ma soprattutto della possibilità di rapportare questa al confronto con l’esperienza assicurativa nelle auto.

Prima di iniziare, ricordiamo che la cosiddetta Legge Gelli (8 marzo 2017, n. 24), che disciplina anche la responsabilità professionale degli esercenti le professioni sanitarie, è ormai entrata in vigore e che all’articolo 10 cita:

Le strutture sanitarie e sociosanitarie pubbliche e private devono essere provviste di copertura assicurativa o di altre analoghe misure per la responsabilità civile verso terzi e per la responsabilità civile verso prestatori d’opera.

La questione dell’obbligo

Vi chiederete: e quindi? E quindi quello che interessa direttamente l’ambito assicurativo è, ancora una volta, l’obbligo. In questo caso gli esercenti la professione sanitaria saranno tenuti a stipulare polizze a loro carico per coprire eventuali errori o colpe che possano causare conseguenze ai pazienti, che saranno inoltre sostenuti da un Garante per il diritto alla salute.

Ok, quindi se parliamo di polizza obbligatoria diventerà come la RC auto. Quella è obbligatoria per gli automobilisti e questa sarà obbligatoria per i medici…

rc

Differenze tra RC auto ed RC sanitaria

Ebbene, non proprio. Confrontando RC auto ed RC sanitaria, bisogna tenere in considerazione la differenza tra un modello strutturato negli anni e ormai livellato nei prezzi come il primo, e un secondo ancora in cerca delle misure corrette per non risultare eccessivamente oneroso e impegnativo per le tasche degli assicurati. Non si può, inoltre, standardizzare la polizza, perché di specialità medica in specialità medica mutano i rischi.

Va beh dai, è come per le auto, una Panda paga di meno di una Ferrari perché questa va più veloce e rischia di fare più danni. Allo stesso modo faranno con il nutrizionista che può fare meno danni di un ginecologo.

Ebbene, anche qui, non proprio. Perché oltre alle specificità intrinseche della professione, si aggiunge anche il contesto della struttura sanitaria in cui si è inseriti, ulteriore mutamento delle variabili statistiche su cui calcolare competitivamente il prezzo. Infine, sveliamo alcuni dati che purtroppo vengono troppo poco utilizzati per spiegare il costo delle assicurazioni.

Un po’ di dati

Come diceva mia nonna: il costo è una cosa relativa, ti sembra il caso di rimproverare ad un tartufo di costare più di un fungo?

Il business delle assicurazioni consiste nel raccogliere premi e fungere da cassa comune per pagare i sinistri. Il modello quindi regge se la differenza tra i premi incassati e i sinistri pagati è positiva. Ecco allora qual è il rapporto tra sinistri e premi nella RC medica degli ultimi anni:

Anno

2010

2011

2012

Rapporto sinistri/premi*

153%

151%

122%

Fonte dati: ANIA

Cosa significa in parole povere? Che nel 2010 per ogni Euro incassato dalle compagnie assicuratrici nella RC medica, è stato esborsato 1,53 € per pagare sinistri. Non proprio un affare, vero?

Se facciamo lo stesso confronto con il ramo RC auto troviamo

Anno

2010

2011

2012

Rapporto sinistri/premi*

87,1%

84,5%

74,1%

Fonte dati: ANIA

Potreste quindi pensare “ecco, nel ramo RC auto invece vedi che le compagnie si fanno i soldi”. Non proprio, perché a questa percentuale che riporta solo ed unicamente la spesa per pagare sinistri bisogna aggiungere anche gli stipendi dei dipendenti, le spese di gestione e amministrative, le spese per pagare la rete vendita ecc. Insomma, aggiungendo tutta la zuppa quel 87,1% del 2010 pensate un po’ che diventa… 105,5%. Anche qui non sembra un grande affare eh?

Uno storico trasparente

Ancora una volta risulta quindi necessario uno storico trasparente, che possa creare un algoritmo funzionale ed equo, per calcolare correttamente il premio assicurativo che dovrebbe sostenere un medico per assicurarsi contro gli errori professionali.

A questi fattori se ne aggiungono altri due che non sono da sottovalutare e anzi, vanno a completare la famosa visione di tutti i lati della piramide.

Il primo fattore da tenere in considerazione è il fattore tempo: le statistiche sulla RC auto, infatti, vanno indietro nel tempo fino agli anni ’50, mentre per quanto riguarda la RC medica non si può andare troppo in là con gli anni, ragione per cui il confronto risulta più complicato e sfasato nelle più banali considerazioni statistiche.

Il secondo fattore, anche in questo caso non da poco conto, è la responsabilità e la complessità di stabilirla. Le sfumature e i fattori che differenziano ad esempio un incidente in auto da un delicato intervento chirurgico di otto ore sono troppe e le variabili troppo mutevoli: dal team medico alla clinica, dall’obsolescenza delle attrezzature all’errore umano.

Insomma, le differenze ci sono e non possiamo ignorarle, ma al tempo stesso il confronto è utile per comprendere meglio certe dinamiche e cercare di introiettarle il più possibile in quello che è il nostro background culturale e di conoscenze sul tema. Non ci stancheremo mai di dirlo: dobbiamo educarci. La strada è ancora lunga, ma siamo fiduciosi.

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