Nel nostro paese l’assicurazione è spesso vista come una tassa da pagare, un obbligo di legge da subire anziché da ricercare con l’obiettivo di tutelarsi. Ma è davvero così?
Ah, le assicurazioni! Nel nostro bel paese la parola è spesso associata alla polizza auto. Se vi ritrovate al bar e provate a chiedere ad un paio di persone intorno a voi se hanno un’assicurazione al 99% si tratterà di persone che intendono la polizza RCA. Perché è un obbligo di legge e non se ne può fare a meno.
Questa visione dell’assicurazione come qualcosa da “subire”, quasi fosse una tassa, è tipica del nostro paese ed è diametralmente opposta alla visione, ad esempio, di paesi del centro e nord Europa.
L’intento originario delle assicurazioni è sempre stato quello di tutelare e tranquillizzare l’assicurato.
Secondo questa logica io non mi assicuro perché me lo impongono, bensì perché sapere che casa mia è assicurata contro i furti mentre sono in vacanza all’estero mi fa stare più tranquillo.
Sempre seguendo questa logica non vivo l’assicurazione come un obbligo ma scelgo di assicurare mio figlio per i danni che potrebbe causare per evitare di avere i sudori freddi ogniqualvolta entriamo in un negozio di arredamento insieme.
Il segreto sta nel vedere l’assicurazione come un’opportunità per poter stare sereni e non subirla come un obbligo.
Ma è davvero così facile? In realtà si, ma dato che questo post non vuol essere una semplice “marketta” né una pubblicità gratuita per le assicurazioni, vogliamo basarci sui numeri più che sulle parole. Ecco dunque due motivi (supportati da numeri e fatti) per i quali ha senso, soprattutto da un punto di vista economico, assicurarsi:
1° motivo: Perché avere un’assicurazione libera il capitale (vantaggio finanziario)
Il capitale è l’importo di denaro di cui una persona dispone e che, per la sua disponibilità liquida, può essere investito e quindi generare ulteriore profitto. Si può scegliere di investire il capitale in borsa, di investirlo per acquistare un immobile da porre in affitto o per possedere delle quote (e quindi essere in parte proprietari) di un’attività commerciale come un ristorante o una farmacia. Tutti investimenti volti a far fruttare il denaro (ovvero il capitale). Se però questo capitale non è “libero” di essere investito, si rischia di tenerlo immobilizzato (ad esempio sul conto corrente) per far fronte a possibili imprevisti.
Ora, immaginiamo che un ipotetico Sig. Mario Rossi abbia una bella casa all’ultimo piano di un condominio. Il suo appartamento potrebbe causare dei danni ai vicini o al condominio (es. allagamenti).
Le opzioni che si presentano al Sig. Rossi sono due (N.B. nella nostra analisi non prendiamo in considerazione l’ipotesi di fregarsene e basta 😁):
- Non si assicura: dovrà tenere sul conto una somma accantonata per far fronte ad eventuali imprevisti futuri (es. risarcimento al condominio), ipotizziamo 10.000€.
- Si assicura: in questo caso agli eventuali danni provvederebbe la compagnia assicurativa e quindi lui non avrebbe bisogno di tenere i soldi da parte. Un premio di polizza per questo tipo di assicurazioni è di circa 100 € annuali.
La stessa logica del punto 1 varrebbe in caso di spese sanitarie (tenere da parte soldi in caso di operazioni chirurgiche impreviste), per infortuni (che ci obbligherebbero a stare a casa dal lavoro senza guadagnare) ecc. ecc.
Se invece seguiamo la logica del punto 2 il capitale di 10.000 € verrebbe “liberato” per poter essere investito altrove. Ipotizziamo che il rendimento di un investimento sia del 2% annuo (in via prudenziale) e il conto è presto fatto. Su un arco di 10 anni avremmo il seguente risultato:
Quindi “liberare capitale” permetterebbe al Sig. Rossi di avere un profitto netto sull’arco di 10 anni di 951€ (1.951€ di interessi guadagnati dall’investimento meno 1.000€ spesi per il pagamento dei premi assicurativi).
Risultato: sottoscrivere una polizza e liberare capitale conviene eccome!
Ovviamente, come detto, non prendiamo in considerazione l’opzione del “oppure il Sig. Rossi può semplicemente fregarsene e non accantonare i soldi per imprevisti”.
Il nostro ragionamento prevede l’esistenza di fattori come il senso civico e la prudenza 😊.
Nota per i più tecnici: nel ragionamento non si è tenuto conto dell’attualizzazione e/o della capitalizzazione delle somme (i.e. per costo opportunità) ma il ragionamento è stato volutamente mantenuto semplice per renderlo di facile comprensione e, di fatto, su premi assicurativi di modico valore (100€) avrebbe avuto un impatto davvero irrisorio.
2° motivo: Perché non avere un’assicurazione può costare caro (vantaggio economico)
La riflessione spesso fatta da chi è stato assicurato per alcuni anni senza che si sia verificato mai un sinistro è “ho buttato via soldi per niente, alla fine non è successo mai nulla”.
Vero, ma è facile dirlo col senno di poi e poiché la preveggenza non è ancora alla portata di tutti noi umani, non potremo mai sapere quando e se avverrà il sinistro. Inoltre, il fatto che non si sia verificato nel corso di un anno non significa per forza che non si verificherà anche quello successivo.
È come la favola del Superenalotto secondo la quale ci sono i “numeri ritardatari”. Qualsiasi statistico vi spiegherà che in realtà è una fandonia in quanto i numeri non hanno memoria, ad ogni nuovo sorteggio le probabilità che esca quel numero specifico sono esattamente uguali a quelle di tutti gli altri numeri, né più né meno.
Seguendo la stessa logica, ad ogni rinnovo annuale di polizza le probabilità che vi capiti un sinistro sono uguali, non sono ridotte dal fatto che nei precedenti 4 o 5 anni non è avvenuto nulla. Infatti, il sinistro può arrivare quando meno te lo aspetti e, quando arriva, può avere delle conseguenze molto gravi (e pesanti per il patrimonio).
Prendiamo alcuni esempi (tutti casi reali che succedono eccome!):
- Vi siete distratti per un attimo e vostro figlio danneggia un’opera d’arte: leggi l’articolo di cronaca
- Il vaso che avete appoggiato sul vostro balcone cade in testa a un passante: leggi l’articolo di cronaca
- Un incendio che distrugge completamente la vostra casa: leggi l’articolo di cronaca
Come avrete visto dagli esempi qui sopra si tratta di danni di non poco conto, che possono comportare esborsi per centinaia di migliaia di euro.
Prendiamo dunque ad esempio sempre il nostro caro Sig. Rossi, che decide di assicurarsi con una polizza RC capofamiglia. Si tratta di una polizza dal costo di circa 80 € all’anno, che copre tutti i danni che possono essere causati ad altri da noi e dai membri della nostra famiglia. Per intenderci, è esattamente la polizza di cui avrebbe avuto bisogno il genitore del primo esempio qui sopra onde evitare di dover ripagare personalmente il museo.
Iniziamo il ragionamento con numeri alla mano, e immaginiamo che il Sig. Rossi abbia posseduto l’assicurazione per 13 anni senza che succedesse nulla. Probabilmente c’è stato un attimo in cui anche lui, nel corso del 13° anno, ha pensato “questa polizza ce l’ho da tanti anni e non è mai successo nulla, quasi quasi mando la disdetta all’assicuratore”.
Guarda caso proprio al 14° anno capita il fattaccio.
Suo figlio causa un danno che gli costa 100.000€.
A questo punto il Sig. Rossi tira un bel sospiro di sollievo, ringrazia di non aver mai mandato quella disdetta al suo assicuratore e si tiene ben stretta la polizza per altri anni…
Le conclusioni le lasciamo a voi, basta guardare il totale speso per premi assicurativi e l’importo esborsato dalla compagnia per pagare il sinistro (che senza una polizza avrebbe dovuto pagare il Sig. Rossi).
Ciò premesso, l’innovazione introdotta da Axieme ha permesso di generare un vantaggio in una situazione come questa: la restituzione del Giveback.
Quindi – a differenza di quanto avviene con le assicurazioni tradizionali – al Sig. Rossi sarebbero comunque stati restituiti una parte di quei 1.120 € per riconoscergli il fatto di essere stato virtuoso per 13 anni.
Un bel risparmio no?
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