I modi in cui una startup assicurativa può migliorare l’offerta di piattaforme digitali e community attraverso l’utilizzo di API

Il mondo assicurativo sta attraversando una fortissima fase di digitalizzazione, nella quale sta iniziando a integrarsi e interfacciarsi meglio con ciò che lo circonda.

Se da sempre il concetto di assicurazione richiama alla mente un contratto cartaceo, relativamente statico, spesso di difficile lettura e firmato soltanto con la presenza di un assicuratore, nell’era in cui gli acquisti online e i servizi digitali sono ormai entrati a far parte della nostra quotidianità c’è da chiedersi se questo “antico” modello sia ancora pertinente, o se è necessaria una maggiore “contestualizzazione” dell’offerta assicurativa.

Cosa significa contestualizzazione?

Significa che, se sto acquistando un volo su un sito internet, è molto probabile che il mio bisogno di copertura assicurativa contro l’annullamento del viaggio sia pertinente se mi viene proposta su quel sito in quel momento.

Stiamo ultimando la prenotazione di un biglietto aereo: solo allora Transavia ci propone una copertura assicurativa.

L’alternativa è affidarsi alla libera iniziativa del consumatore che dovrà in seguito preoccuparsi di sottoscrivere la polizza, correndo tre rischi:

  • di non avere più il tempo di sottoscriverla in seguito, lasciando che gli passi di mente
  • di confondersi nei meandri delle decine di offerte disponibili
  • di non trovare l’assicuratore che gli fornisca proprio quella copertura che cercava.

Gli scenari che la digitalizzazione apre in questo settore sono dunque quanto mai variegati, e dipendono da più tecnologie.

Gli API sono uno degli aspetti nevralgici dello sviluppo di cui vi stiamo parlando: si tratta di interfacce che permettono alle piattaforme informatiche di comunicare tra loro.

Un esempio?

Tutti noi conosciamo siti che permettono di confrontare i prezzi di voli e alberghi.
Questi comparatori hanno tutti un funzionamento molto simile: elaborano una richiesta in base alle vostre istruzioni, e i vari siti che interpellano rispondono con un preventivo calcolato ad hoc per la vostra richiesta.
A quel punto, attraverso l’interfaccia grafica elaborerà un collegamento attraverso il quale potrete accedere direttamente al sito in questione.

Trivago ci comunica direttamente i prezzi calcolati dai siti per le nostre richieste.

Questo è solo un versante delle potenzialità degli API.

Le assicurazioni come lavorano con gli API?

Piattaforme web come Fubles o Airbnb (solo per fare alcuni esempi) potrebbero offrirci la possibilità di acquistare una copertura assicurativa direttamente sulla pagina di questi siti.
Come accade nel primo screen che vi mostriamo, potremmo accettare di sottoscrivere una polizza pertinente (ad esempio per Airbnb una polizza che copre eventuali danni agli arredi della casa), che si attiva istantaneamente e tagliando la burocrazia.

Immaginate una community di sciatori che parte dall’esigenza comune di assicurarsi in vista di lunghe giornate in montagna, e che un servizio permetta loro di avere una polizza che si attivi nel momento in cui fanno un tap sullo smartphone.

Già da questi due esempi si possono intuire le potenzialità degli API nel mercato assicurativo. Il problema è che questa flessibilità è oggi difficilmente implementabile da parte delle compagnie assicurative, colossi ancora troppo “ingessati” che non hanno la capacità di integrarsi in modo flessibile e rapido, appunto, ad una delle piattaforme citate. Proprio per questo motivo le realtà insurtech stanno attirando attenzione e si stanno dimostrando dei player fondamentali in questa catena del valore. Intermediando tra le piattaforme digitali e le compagnie assicurative, startup come Axieme si propongono come facilitatori del processo, da una parte incrementando l’offerta da parte delle piattaforme alle proprie community e dall’altra aprendo nuovi mercati per la compagnie assicurative.

Grazie agli API è possibile integrare il modello di social insurance, incentrato sulle community, con qualsiasi modello di business per il quale possa tornare utile questo tipo di servizio.

Communities, aziende e canali distributivi di ogni genere possono scegliere di offrire ai propri clienti servizi assicurativi, con modalità assolutamente intuitive e un approccio immediato e flessibile.

Quindi Axieme è anche uno sviluppatore?

Da un punto di vista informatico Axieme è proprietaria delle tecnologie che ha sviluppato.

Ma se da questa prospettiva possiamo definirci uno sviluppatore, da un punto di vista metodologico e di approccio commerciale la risposta è chiara: non siamo una software house o un software vendor.

In Axieme il focus principale è su quello che noi chiamiamo “insurance design”, ovvero la capacità di progettare le coperture assicurative. Le competenze del nostro team ci permettono di studiare e costruire coperture assicurative adeguate all’esigenza della community; il software diventa quindi funzionale e al servizio di questa primaria e più importante attività.

Il nostro stesso modello di business richiama questa vocazione: l’interesse non risiede nel fatturare la fornitura di un pacchetto software, bensì nel condividere il successo della fornitura di prodotti assicurativi con il nostro partner.

Un altro tema su cui ci sarebbe moltissimo da dire è proprio quello dell’insurance design, territorio ancora tutto da scoprire.